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  • Fri 20:30 - 22:00

Ferrate dell’Anello del Sorapiss (Dolomiti Orientali)

Ferrate dell’Anello del Sorapiss (Dolomiti Orientali)

(sabato 11, domenica 12 e lunedì 13 settembre 2010)

 

Programma di massima

 

venerdì:

ore 7.00: partenza da Castelnovo né Monti, presso la sede della sezione (alle 8.00 passaggio da Reggio Emilia)

ore 13.00: arrivo a San Vito di Cadore , e quindi salita al Rifugio San Marco (m. 1823), lungo la strada sterrata e poi lungo il segnavia 228, in circa 2 ore di cammino (dislivello in salita circa 600 metri).

ore 16.00: tempo a disposizione presso il Rifugio

ore 19.00: cena e pernottamento.

Nota: in caso di utilizzo di jeep, potremo decidere di abbreviare il percorso della mattinata, percorrendo la strada sterrata fino alla Baita della Zoppa (m. 1405) o fino al rifugio Scotter Palatini (m. 1580)

 

Sabato  - Sentiero attrezzato Minazio e Ferrata Vandelli

ore 7.00: colazione e a seguire partenza per l’itinerario.

Accesso al sentiero attrezzato Minazio e al Bivacco Comici (segnavia 226-243)

Dal Rifugio San Marco  si sale senza indugi per sv. 226 alla Forcella Grande, 2255 mt, non senza fatica e soprattutto non senza ammirare il versante Nord di sua “maestà” l’Antelao . L’arrivo alla forcella (1.20h dal rifugio San Marco) apre magnifica la vista sul versante Sud del Gruppo di Sorapiss. Scendiamo a destra sempre per sv. 226 per circa 200 mt di quota trovando l’incrocio (m. 2047) che ci indica a sinistra il sentiero 247, quello che possiamo considerare l’anteprima  del Sentiero Minazio, che in realtà raggiungeremo poco più in alto e che porta al segnavia 243 (alta Via n.4). Lungo e solitario, il sentiero Minazio è temibile per i numerosi saliscendi, a volte strapiombanti, tra cenge e mughi. Raggiungiamo prima la Forcella Bassa del Banco (m. 2128 e poi il bivacco Comici a 2050 mt, per un breve e meritato riposo (3 ore dal rif. San Marco). Si riparte per affrontare ora la dura salita   attorno alle Torri di Busa  e al Col del Fuoco che in circa un’ora  ci porterà a 2370 mt in prossimità  dell’attacco della  ferrata Vandelli, che affronteremo in discesa verso l’omonimo rifugio.

La ferrata Vandelli (segnavia 243)

La ferrata Vandelli risale il versante occidentale del Col del Fuoco, fino a quota 2370 mt. Si tratta sostanzialmente di una lunga cengia, frequentemente intervallata da brevi  passaggi di 1° e 2° grado ed alcuni traversi abbastanza esposti ma mai veramente strapiombanti. La discesa finale al rifugio Vandelli richiede circa 30' ai quali vanno sommate 2.00h della via ferrata.

 

Difficoltà EEA tempo complessivo 6/7 ore dislivello in salita circa 1000 metri in discesa circa 900 metri

 

domenica

ore 6.30: colazione e a seguire partenza per l’itinerario.

Avvicinamento alla ferrata Vandelli (segnavia 215 - 242)

Al rifugio Vandelli, 1926 mt , si è nuovamente sull’alta Via n.3, sv. 215. Da qui il sentiero risale verso ovest  l’ampio vallone, che ci porterà in 2.00 h alla Forcella Sora la Cengia del Banco a 2450mt e quindi sul versante ovest del Gruppo. Inizialmente attorno al lago, poi risalendo a destra il ghiaione ai piedi del Dito di Dio raggiungiamo i Tondi di Sorapiss.  Per arrivare alla forcella occorre superare un piccolo tratto non assicurato che richiede piccole doti di arrampicata (1°-2° grado); in cima alla forcella si spalanca la vista sulla Valle d’Ampezzo e in modo straordinario verso il massiccio del Pelmo .

Ferrata Berti (segnavia 242)

Cominciamo ora la lunga Cengia del Banco, che percorre, tra strapiombanti pareti alte ben oltre i 1000 mt sulla valle, tutto il versante occidentale del gruppo e confluirà, dandone inizio, nella Ferrata Berti. In questo tratto è assolutamente necessario passo sicuro e confidenza col vuoto, per il ridottissimo ricorso al cavo di sicurezza. Il primo “chiodo” si trova a quasi 1.00 h dalla Forcella, per superare un esposto traverso che interrompe la cengia. Più avanti si scende per scale, per poi attraversare e risalire faticosamente un costone fino all’attacco   dell’ascesa finale alla Forcella del Bivacco a 2670 mt, che sarà anche la massima altitudine raggiunta durante la nostra escursione. Tra stretti passaggi e strapiombanti scale si affrontano questi ultimi 200 mt di salita. L’arrivo alla forcella ci riapre la vista sul versante Sud del Sorapiss con vicino a noi, 50 mt più in basso, il “vetusto” Bivacco Slataper, poco oltre le 5.00h di cammino dal rifugio Vandelli. Ora è solo discesa.

Rientro a San Vito di Cadore

Prendiamo sulla destra il sv. 246 che in meno di 1.00 h ci riporterà alla Forcella Grande, permettendoci così di chiudere l’anello: Forcella Grande - bivacco Comici - rifugio Vandelli - bivacco Slataper - Forcella Grande. Torniamo quindi sul sv. 226  e successivamente  228, già percorsi in salita all’andata, e in 2.30 h, passando dal rifugio S. Marco e dal Rifugio Scotter, ritorniamo al nostro punto di partenza.

Nota: in caso di utilizzo di jeep, la discesa potrà essere abbreviata se avremo lasciato i mezzi alla Baita della Zoppa (m. 1405) o al rifugio Scotter Palatini (m. 1580)

Difficoltà EEA tempo complessivo 7/8 ore dislivello in salita 800 metri in discesa circa 1400 metri

Ore 17: partenza per Castelnovo né Monti (arrivo previsto per le ore 22/23)

Importante: E’ indispensabile un buon allenamento, passo sicuro, ovviamente assenza di problemi di vertigini ed una buona familiarità nell’utilizzo dell’attrezzatura da ferrata.

Il programma descritto è di massima, e potrà subire delle variazioni.

Sintesi della gita: utilizzate le jeep fino al Rifugio Scotter. Sabato e Domenica il programma è stato rispettato, il lunedì pioveva (e sopra i 2500 metri nevicava) per cui siamo scesi a valle. La traversata della domenica è decisamente bella ed affascinante, ma serve sicuramente più tempo di quello ipotizzato (circa 8 ore senza soste). Forse vale la pena di effettuarla alla rovescia (la Ferrata Vandelli non è banale, e la si percorre dopo circa 6 ore di cammino).

Tete de Valpelline

Tete de Valpelline (m.3802 – Alpi Pennine - Valle d’Aosta)

Ascensione Alpinistica

(Sabato 17, Domenica 18 e Lunedì 19 luglio 2010)

Sabato: ritrovo e partenza con auto proprie presso la sede CAI alle 5.00 e a Reggio Emilia alle 6.00. Arrivo a Place Moulin (m. 1980) alle 12 (450 km). Verso le 13 inizieremo la salita per il rifugio Aosta (m. 2781). Lasciata l'auto nei pressi della diga si procede lungo la stradina sterrata che conduce al Rifugio Prarayer. Il primo tratto del percorso costeggia il lato settentrionale del lago. Dopo circa 45 minuti di cammino si supera il torrente che scende dalla Comba d'Oren e si incontra la piccola Cappella di La Lé (1992m); si prosegue in leggera salita sino ad incontrare dapprima un alpeggio ed in seguito il Rifugio Prarayer (2005m, 1h00'). Si oltrepassa il rifugio seguendo le indicazione per il Rifugio Aosta (10A) percorrendo un tratto quasi pianeggiante immerso nel lariceto; dopo alcuni minuti si attraversa il torrente Braoulé su di un paio di passerelle in legno sino a raggiungere il bivio per l'alpe Bella Tsa nei pressi di un ponte in legno. Si svolta a sinistra e si inizia a risalire un ripido pendio passando vicino ad un larice monumentale. Si esce dal bosco e si inizia a percorrere un tratto a mezza costa, svoltando lentamente verso sinistra ed inserendosi nella comba Tsa de Tsan. Ci si addentra nello splendido scenario glaciale del vallone procedendo intervallando tratti pianeggianti nei pressi del Buthier a rapide risalite su morene detritiche. Si raggiunge, verso la fine del pianoro, il bivio per la Tsa de Tsan (2520m, 3h30'): qui si incontra un ponticello che ci porta sulla sinistra orografica del Buthier e si procede in direzione del rifugio, ora visibile. Si procede ora su un terreno morenico marciando su detriti e sfasciumi che coprono i ghiacci; si supera un ponte naturale, qui vicino nasce il Buthier, giungendo ai piedi di una bastionata di rocce ferruginose. Qui inizia il percorso attrezzato: comodi pioli accompagnati da catene permettono di superare alcuni passaggi difficili causa le rocce levigate dall'erosione glaciale. In breve si raggiunge il pendio detritico sottostante il rifugio che, dopo una serie di tornanti viene infine raggiunto (2781m, 4h30'). Dislivello in salita 800 metri, difficoltà EEA.

Domenica Ore 5 sveglia e colazione, con partenza verso la vetta alle ore 6. A monte del rifugio si trova il ripido sentiero che sale tra roccette e terriccio fino ad attraversare la piccola valle morenica per portarsi alla base della salita attrezzata con catene che porta al Col de la Division (3314m – 1h 30’); pur non presentando difficoltà le catene permettono una discesa sicura in caso di neve o ghiaccio considerata anche la mediocre qualità della roccia.

Sbucati al colle si apre maestoso il ghiacciaio che viene costeggiato risalendo una morena fino al termine della stessa, al fine di affrontare il ghiaccio sul ripido a metà costa, in direzione del Colle di Valpelline (m. 3562, dove l’inclinazione permette comunque una salita non eccessivamente impegnativa, ma che consente di evitare i lunghi aggiramenti dei crepacci. Giunti al Colle si prosegue in direzione sud lungo l’ampia dorsale che conduce alla vetta (2 h 30’).

Dopo le foto verso le 10.30 si inizierà la discesa verso il Rifugio, seguendo l’itinerario di salita (3h).

Variante: in caso di condizioni meteo favorevoli e di tempi di percorrenza “soddisfacenti” si potrà valutare al ritorno se, giunti al Colle di Valpelline, salire alla Tete Blanche (m. 3724 – in questo caso calcolare 170 metri di dislivello in salita e discesa, e circa 1 h 30’ in più)

Dislivello in salita e discesa 1050 metri, difficoltà F+.

Lunedì Ore 7 sveglia e colazione, con partenza verso valle alle ore 8. Verso le 12 arrivo a Place Moulin. Dopo il meritato pranzo verso le 15 rientro verso la sede (ore 20 Reggio Emilia – ore 21 Castelnovo né Monti)

Importante: E’ indispensabile un buon allenamento, passo sicuro, ovviamente assenza di problemi di vertigini ed una buona familiarità nell’utilizzo dell’attrezzatura. L’ascesa alla Tete de Valpelline è un itinerario d’alta quota, e le difficoltà possono variare sensibilmente a seconda delle condizioni meteo.

In caso di condizioni meteo avverse nella giornata di domenica, la salita alla Tete de Valpelline verrà rimandata al lunedì.

E’ prevista l’assicurazione obbligatoria per i non soci. Il programma descritto è di massima, e potrà subire delle variazioni.

Sintesi della gita: Tempo fantastico, ambiente selvaggio ed affascinante, programma realizzato, con la variante della salita diretta (ed un po' più impegnativa) alla Tete de Valpelline dal Col de la Division.  Una vetta sicuramente da consigliare, che consente di ammirare tutti i più importanti 4000 delle Alpi.

Traversata Alta delle Grigne

Grignetta e Grignone – Sentieri Attrezzati Direttissima e Cecilia

Traversata Alta delle Grigne – Ferrata CAI Mandello

Escursionistica per esperti con attrezzatura

(Sabato 12 e Domenica 13 giugno  2010)

 

Sintesi Programma

Sabato 12 giugno: ritrovo e partenza con auto proprie presso la sede CAI alle 5.00 e a Reggio Emilia alle 6.00. Arrivo a Pian dei Resinelli alle 9 (261 km). Verso le 9.30 si sale al Rifugio Porta (dieci minuti) e da lì ci si dirige verso la Grignetta (m. 2177) attraverso i Sentieri Attrezzati Direttissima e Cecilia (tempo di percorrenza 2,30/3 ore). Dopo una rapida sosta in vetta, si discende il Canalino Federazione (essendo completamente a nord, potrebbe essere in parte innevato), e si percorre tutta la Traversata Alta delle Grigne (diversi punti esposti e/o attrezzati con catene), fino ad arrivare al Rifugio Brioschi (tempo di percorrenza 3/3,30 ore), ubicato proprio sulla vetta del Grignone (m. 2409). Difficoltà EEA dislivello in salita 1400 metri in discesa  400.

Alternativa: si possono evitare i Sentieri Attrezzati Direttissima e Cecilia, percorrendo la Cresta Cermenati (difficoltà EE – percorrenza 2 ore)

Domenica 13 giugno: dal Rifugio Brioschi alle ore 7.30 si ridiscende - lungo l’itinerario del giorno precedente - in direzione Bocchetta di Releccio (m.2263). Si devia a destra in discesa verso il Rifugio Bietti-Buzzi. Giunti a quota 1750 metri (1.30 ore) si risale lungo il sentiero che porta alla Bocchetta di Val Cassina (1823 m.), da dove inizia la Ferrata Cai Mandello, percorso in cresta che attraversa il Sasso di Seng e il Sasso dei Carbonai, fino alla Bocchetta di Releccio (2 ore – 3.30 totali). Da lì si prosegue alla Bocchetta Bassa (2144 m.), dove si abbandona il sentiero di cresta, per iniziare la decisa discesa che porta al Rifugio Antonietta al Pialeral (1390 m. 1.30 ore – 5 totali). Si percorre a questo punto un tratto della Traversata Bassa delle Grigne, che conduce al Rif. Soldanella (1354 metri -   2 ore 7 totali), ubicato in prossimità del parcheggio ove il giorno prima sono state lasciate le auto.  Difficoltà EEA dislivello in salita 850 metri in discesa 1900.

Alternativa: evitando la Ferrata CAI Mandello il tempo di percorrenza si riduce a 4 ore, il dislivello in salita è di 300 metri ed il dislivello in discesa è di 1350 metri.

Accompagnatori: Roberto Barbantini - Enrico Cecchi - Enzo Rizzo

Rientro: partenza ore 16.30 da Pian dei Resinelli;  arrivo alle 20.30 presso la sede della Sezione

Importante: E’ indispensabile un buon allenamento, passo sicuro, ovviamente assenza di problemi di vertigini ed una buona familiarità nell’utilizzo dell’attrezzatura da ferrata.

Il programma descritto è di massima, e potrà subire delle variazioni, in funzione delle condizioni meteo.

Sintesi della gita: Causa maltempo (molta nebbia e a tratti un po' di pioggia) il sabato è stata percorsa la Cresta Cermentati e la domenica è stata effettuata solo la Traversata Bassa.

Canalone del Monte Piella

Canalone del Ghiacciaio del Monte Piella (m. 2071)

Escursione Alpinistica

(Domenica 18 aprile 2010)

 

Ritrovo e partenza: con auto proprie alla sede del CAI alle ore 7.00; partenza a piedi da Rescadore (m. 1151) alle ore 8.30

Dislivello: 920 metri, sia in salita che in discesa

Difficoltà alpinistica: F

Tempo di percorrenza: ore 7/8 (escluso soste)

Accompagnatori: Enrico Cecchi - Enzo Rizzo

Rientro: ore 17.00 a Rescadore; ore 18.30 presso la sede della Sezione

Materiali: piccozza e ramponi, consigliato il casco.

 

Descrizione dell’itinerario

Salita: Da Rescadore si prende la stradina chiusa al traffico e ci si addentra nel bosco in direzione di Pian Vallese. Si percorre tutta la strada finchè questa diventa sentiero segnalato per il Rif. Battisti. Raggiunto Pian Vallese, si prosegue per il sentiero 615 del Passone fino ad incontrare sulla destra una presa d’acqua (piccola costruzione quadrata); si abbandona il sentiero e la si raggiunge in breve. Si risale ora a sinistra (sud ovest) per rado bosco e piccole radure, fino ad imboccare l’evidente solco.

Si superano inizialmente alcuni salti più ripidi che, con scarso innevamento, presentano facili passaggi di roccia. Il Fosso in seguito si allarga e con minore inclinazione lo si segue lungamente. L’ambiente è singolare e ha pochi riscontri in Appennino; la salita di questo canale sinuoso pare debba finire da un momento all’altro, ma poi riprende inaspettatamente e senza alcuna interruzione conduce al ripido pendio finale.

Per uscire dal Fosso e rimontare in cresta si continua superando in direzione ovest l’ultima breve ripida balza (40°). Da qui si segue il largo crinale che in breve conduce in vetta.

Discesa: dopo una rapida sosta, si segue il largo e comodo crestone Est del Monte Piella in direzione del Passone senza alcuna difficoltà. Dal Passone si rientra a Rescadore percorrendo in discesa il relativo canalone, fino ad arrivare alla base dello stesso per poi seguire, all’interno del bosco, il sentiero 615.

 

Importante: trattandosi a tutti gli effetti di ascensione alpinistica, occorre buona preparazione fisica, sicurezza di passo, abitudine all’uso di piccozza e ramponi.

Per informazioni ed iscrizioni: Enrico Cecchi (335/7509856) Enzo Rizzo (340/2704513)

Ferrate nelle Pale di San Martino - Cima Vezzana

Pale di San Martino – Fradusta, Ferrate Porton Gusella e Cima della Vezzana

(venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 settembre 2009)

 

Programma di massima

venerdì:

ore 6.00: partenza da Castelnovo né Monti, presso la sede della sezione

ore 11.30: arrivo a San Martino di Castrozza , e quindi salita al Rifugio Pedrotti (m. 2581) tramite gli impianti di risalita (orario continuato – sconto soci CAI)

ore 14.00: dopo un rapido spuntino nel pomeriggio saliremo, seguendo i sentieri 709 e 708, sulla Cima Fradusta m. 2939 (sentiero e ghiacciaio elementare – durata ore 4.30  – dislivello in salita e discesa circa 400 metri)

ore 18.30: ritorno al Rifugio, cena e pernottamento.

 

Sabato Ferrate Porton e Gusella

ore 7.00: colazione e a seguire partenza per l’itinerario.

Accesso al rifugio Pradidali e alla ferrata Porton (segnavia 702-715-739)

Dal rifugio Rosetta si imbocca in direzione S il sentiero n.702 e, oltrepassato dopo pochi minuti il Passo di Roda (2572mt), si comincia a scendere per una lunga sequenza di tornanti e, con un’ultima traversata,si raggiunge l’erboso Col delle Fede (2278mt-1.00h). Proseguendo, si abbandona il sentiero n.702  per imboccare verso sinistra il sentiero n.715 che, passando sotto alla Pala di San Martino e sullo zoccolo della Cima Immink (alcuni sia pur semplici tratti attrezzati), conduce fino al Passo di Ball (2443mt-45'-1.45h qui si stacca, sulla destra, il sentiero attrezzato Nico Gusella); da qui in breve si scende al rifugio Pradidali (2278mt-15'-2.00h). Dal rifugio Pradidali si imbocca il sentiero n.739 e, oltrepassata la baracca della teleferica, si discende nell’angusto ed oscuro Vallon di Pradidali fino a raggiungere l’attacco della ferrata del Porton (2200 mt ca.-40'-2.40h).

La ferrata Porton (segnavia 739)

Si attacca lo zoccolo della Cima di Ball, salendo subito una parete verticale su gradini metallici per un centinaio di metri,cui segue un tratto di salita verso sinistra,un tratto quasi in traversata sempre verso sinistra e quindi un delicato ultimo tratto in discesa, tutti ottimamente attrezzati con cavo metallico e qualche piolo/gradino,fino a scendere sul fondo del profondo canalone detritico che separa la Cima di Ball dal Sass Maor.Si risale faticosamente il canalone, e superando l’ultimo ripido tratto con una scaletta inclinata appoggiata sugli sfasciumi terminali ed accostata alla parete di sinistra,si raggiunge alla fine la Forcella del Porton (2480mt-1.20h-4.00h); poco oltre,da destra, proveniente dal Passo di Ball attraverso la Forcella Stephen,giunge anche il sentiero attrezzato Nico Gusella.

La ferrata Nico Gusella (segnavia 714)

Dalla forcella del Porton si scende per un breve tratto, per poi salire – prima dolcemente attraversando ampi prati, poi  ripidamente per ghiaie e tratti erbosi alla stretta Forcella delle Fede (2550 mt circa-30'-4.30h).

Dalla Forcella della Fede si segue il sentiero verso la Forcella Stephen (2705 mt-45'-5.15h) lungo una zona di rocce e detriti sospesa sulla parete O della Cima di Ball, che si attraversa in saliscendi (alcuni tratti attrezzati, solo un canalino in discesa di una decina di metri richiede un po’ di impegno tecnico)

La Forcella Stephen è un’ariosa insellatura sulla cresta che collega la Cima di Ball e la Cima di Val di Roda (m. 2791). Su quest’ultima vale la pena di salire per ammirare il panorama!!

A questo punto ci si dirige – sostanzialmente in discesa - verso il passo di Ball (2443mt), prima lungo un tratto di ghiaie e detriti addossato alla parete S della Cima di Val di Roda, per poi proseguire con tratti attrezzati sulla parete N della Cima di Ball (percorso  molto gradevole e poco faticoso, ma non banale, alternandosi tra caminetti ed alcune belle placche lisce ma provvidenzialmente inclinate; uno spigoletto viene inoltre superato con l’aiuto di alcuni pioli metallici). (45'-6.00h)

Rientro al rifugio Pedrotti

Dal passo di Ball si rientra al Rifugio Pedrotti lungo il percorso dell’andata (2.00h'-8.00h segnavia 715-702).

Difficoltà EEA tempo complessivo 8 ore dislivello in salita e discesa circa 1100 metri

domenica

ore 7.00: sveglia e colazione

ore 8.00: Si imbocca il sentiero 716 in direzione nord ovest con indicazione bivacco Fiamme Gialle. Con alcuni saliscendi si arriva al Passo Bettega (m- 2267) e si continua in quota, per poi scendere sul fondo della Valle dei Cantoni a circa 2350 metri. Si segue la traccia di sentiero che con un tratto di roccette (passaggi di 1° grado) porta al Passo di Travignolo (m.2925). Si sale traversando verso destra fino a una sella, per poi seguire le tracce di sentiero fino ad un colle a sud est della cima Vezzana (m. 3192), che si raggiunge per un’ultima facile cresta (dislivello in salita circa 1000 metri, in discesa circa 350 metri, difficoltà EEA, durata ore 3, in caso di neve dura indispensabili, nella parte alta, piccozza e ramponi)

ore 11.30: dopo le foto di rito sulla cima, associate ad un rapido spuntino, si rientra al rif. Pedrotti. In alternativa si può ripercorrere la via di salita (durata ore 2), oppure si continua in discesa lungo la cresta nord ovest che, tra sfasciumi e la breve ferrata Gabitta d’Ignoti, conduce ad una spalla, transita accanto al bivacco Brunner (m. 2667), e attraversa la Val di Strut. In fondo alla valle si incrocia il sentiero della Farangole (segnavia 703) che, in salita lungo la Valle delle Galline  ed il Pian dei Cantoni riporta al Rifugio Pedrotti (per la seconda alternativa: dislivello in salita circa 350 metri, in discesa circa 1000 metri, difficoltà EEA, durata ore 2.30)

ore 14.00: arrivo a Rifugio, pranzo e successivamente discesa a San Martino di Castrozza con la funivia

ore 16.00 circa: partenza per Castelnovo

ore 21 circa: arrivo in sede.

 

Importante: E’ indispensabile un buon allenamento, passo sicuro, ovviamente assenza di problemi di vertigini ed una buona familiarità nell’utilizzo dell’attrezzatura da ferrata.

Il programma descritto è di massima, e potrà subire delle variazioni.

Sintesi della gita: il venerdì, causa maltempo, non è stato possibile salire sulla Cima della Fradusta. Sabato e Domenica programma rispettato

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