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  • Fri 20:30 - 22:00

Gran Sasso d'Italia

Escursione escursionistica per esperti al Gran Sasso d’Italia

(Corno Grande vetta occidentale m. 2912)

(Domenica 1 e Lunedì 2 luglio 2007)

Escursione effettuata in sostituzione dell’ascensione alpinistica al Mont Blanc du Tacul, annullata per il maltempo

Resoconto delle giornate

Partecipanti: Stefano Carpi, Enrico Cecchi, Silvia Dalla Porta, Paolo Forghieri, Robertino Predelli

Responsabile escursione: Silvia Dalla Porta

Domenica: siamo arrivati a Campo Imperatore circa alle 12.30, dopo un viaggio autostradale abbastanza lungo e affollato di auto di vacanzieri destinati alle località di villeggiatura di mare. Dopo un rapido spuntino al ristorante, nel pomeriggio abbiamo effettuato un giro ad anello nella zona (rifugio Duca d’Aosta – ancora in ristrutturazione – Sella del Corno Grande – per una rapida perlustrazione della via di salita del giorno dopo – Rifugio Garibaldi, Piana di Campo Pericoli, Passo della Portella, Cima Portella, Rifugio Duca d’Aosta, Campo Imperatore)

Dislivello: circa 800 metri

Difficoltà: E

Durata: 4 ore, comprese le pause

Arrivati a Campo Imperatore, e prima della cena, giro in auto lungo la piana, molto affascinante. Ciò che colpisce di più è la quasi totale assenza dell’uomo e di elementi ambientali antropici.

Cena e pernottamento presso l’ostello di Campo Imperatore (prezzo conveniente, camere pulite con possibilità di doccia con acqua calda, vitto così così)

Lunedì: partenza alle 7.15 e ascesa alla vetta occidentale del Corno Grande del Gran Sasso d’Italia per la cd. “via direttissima”

Descrizione dell’itinerario di salita:

Sicuramente una delle salite più frequentate del Corno Grande. Questo fa si che in caso di affollamento ci sia pericolo di caduta sassi. Fare attenzione!

Dal piazzale di Campo Imperatore (2130 mt), dove si parcheggia, si passa a sinistra dell'Osservatorio e si inizia a salire seguendo l'evidente sentiero. Dopo alcuni tornanti si devia a destra traversando i pendii di Monte Portella fino a raggiungere la Sella di Monte Aquila (2335 mt).

Lasciato a sinistra il sentiero della via Normale, si risale la cresta (verso Monte Aquila) per poi traversare a sinistra e raggiungere così la Sella di Corno Grande (2421 mt). Dalla Sella per tracce di sentiero su ghiaie si risale fino ad un grosso masso (il Sassone – mt. 2500 ).

Poco oltre, seguendo la cresta, si tralascia la traccia che va a destra al bivacco Bafile e si sale direttamente seguendo segni di vernice verdi. Chi aspira a mettere le mani sulla roccia troverà pane per i suoi denti... (passaggi di I e II grado)

Dislivello: circa 800 metri

Difficoltà: F

Considerazioni personali: i passaggi di II grado ci sono sembrati solo 2, entrambi un po’ esposti ma non particolarmente difficili. Di fatto si fanno circa 400 metri di dislivello usando “mani e piedi” tra camini e traversi vari. Salita divertente, piacevole, mai difficile per escursionisti esperti, effettuata di fatto in quasi solitudine dal ns. gruppo, con tempo bello e roccia asciuttissima. Non a caso alle 9.45 eravamo in cima.

Sulla vetta ci siamo trovati in compagnia di una coppia, del CAI di Novi Ligure. E’ doveroso, per chi scrive, segnalare la forte simpatia nata tra la Signora di Novi Ligure e Paolo & Stefano: non ci dovremo stupire pertanto se nel programma 2008 “qualcuno” proporrà di effettuare una gita “da quelle parti”!!

Il panorama dalla vetta è veramente notevole.

Verso il 10.30 abbiamo iniziato la discesa lungo la cresta ovest, molto aerea e panoramica, con qualche passaggio “qua e là” di I grado. Anche questa da consigliare solo ad escursionisti esperti.

Purtroppo invece il gruppo di ragazzi trovati quasi in fondo alla cresta non era stato ben consigliato; a parte qualcuno in sandali (!?!), c’era una ragazza, in evidente difficoltà, sia per le difficoltà tecniche, sia per l’esposizione del percorso, aggrappata alla roccia, con i suoi amici a loro volta in difficoltà nel prestarle aiuto. Per farla breve: dopo averla messa in luogo sicuro, tranquillizzata, imbragata e legata (forse misura eccessiva, ma la Signora di Novi Ligure aveva preso il comando della situazione!!), l’abbiamo riportata al punto di partenza.

Finita la cresta il percorso continua verso la Sella del Brecciaio, da dove si scende in direzione della sella del Monte Aquila, per ricongiungersi al tratto iniziale della salita.

Arrivati verso le 13.30 a Campo Imperatore, dopo una rapida doccia – grazie alla cortesia del gestore dell’ostello – ed un breve spuntino, verso le 15 siamo ripartiti alla volta dell’Emilia.

E per finire, suggellando in modo anomalo questa gita organizzata in “quattro e quattr’otto” verso le 19 cena a base di pesce in quel di Riccione (quando l’abbiamo raccontato al Presidente, ci ha guardato storti!!)

Trekking alpinistico nelle Alpi Giulie

Trekking Alpinistico nelle Alpi Giulie

Sentieri attrezzati Anita Goitan e Ceria Merlone – salita al Jof Fuart

(sabato 28, domenica 29 e lunedì 30 luglio 2007)

 

Programma di massima

 

sabato:

ore 6.00: partenza da Castelnovo né Monti, presso la sede della sezione

ore 12.00: arrivo a Sella Nevea (circa 450 km, di cui 100 di statale). Alcune autovetture dovranno essere portate a Casere Parte di Mezzo (m. 1552).

ore 14.00: dopo aver risolto gli aspetti logistici e aver mangiato qualcosa (magari al rif. Divisione Julia), da Sella Nevea (m. 1162) si percorre il sentiero 625 in direzione Passo degli Scalini (m. 2022 – 2.15 h). Si prosegue in discesa per arrivare al rif. Corsi (m. 1874 – 0.30 h)

dislivello in salita 860 m in discesa 150) tempo di percorrenza 2.45 h difficoltà E

 

Domenica

Ore 7.30: partenza verso la Forcella di Riofreddo (m. 2180 – 1 h ds 300 m ) lungo i sentieri 625/627. Dalla forcella inizia il sentiero attrezzato Anna Goitan, che seguendo in successione cenge, canalini, facili roccette e tratti attezzati, conduce alla Forcella Lavinal dell’Orso.

Il sentiero passa lungo il versante sud della Cima di Riofreddo, alla forcella percorre il versante nord dell’Innominata, mentre alla forcella seguente torna sul versante sud salendo verso la Torre e l’Alta Madre dei Camosci, senza peraltro mai toccare le cime. Dall’Alta madre scende verso la successiva forcella dove si incrocia la via normale per il Jof Fuart (1.30 h), a circa 2350 m di quota.

A questo punto inizia la via normale allo Jof Fuart (m. 2666, ds 200 m tempo complessivo di percorrenza 1.45 h, la parte superiore è abbastanza esposta, ma non presenta passaggi impegnativi).

Ritornati sul sentiero Goitan, questo costeggia trasversalmente – prima in lieve discesa, poi lungo canalini più ripidi - la parete sud del Jof Fuart, per portare alla Forcella Mosè (m. 2271 – 1 h).

Da qui si prosegue verso la Forcella Lavinal dell’Orso (m. 2138), passando trasversalmente lungo il versante sud di Cime Castrein (1.30 h). Da lì si prosegue verso il segnavia 626/625, che conduce in discesa al rif. Corsi (0.40 h)

Difficoltà EEA  tempo complessivo circa 7.30 ore (5.45 senza Jof Fuart) dislivello circa 1100 m.

Volendo si può interrompere alla Forcella Mosè, tornando direttamente al Rif. Corsi (si recupera circa 1 h)

 

Lunedì

Ore 7.30: dal rifugio si ritorna alla forcella Lavinal dell’Orso, dove inizia il sentiero Ceria Merlone (1 h).

Il primo tratto, in salita, porta alla forcella Cregnedul (m. 2340), e costeggia lungo il versante nord est la cresta de la Purtade e Punta Plagnis.

Passati sul versante sud est, si ripassa sotto la Punta Plagnis e la Cima de la Puartate, e ci si dirige verso la forcella de la Val (m. 2352), e si prosegue sul versante sud – aggirando il Modeon del Buinz - fino alla Sella Buinz (m. 2480).

Da qui si sale sulla vetta del Foronon del Buinz (m. 2531), massima quota raggiunta dal sentiero stesso, per poi scendere in direzione NO e di fatto quasi in cresta verso la forcella de Lis Sieris (m. 2274), dove termina il tratto alpinistico vero e proprio (3 h).

Si prosegue in discesa, e costeggiando il versante sud delle Cime Gambon,  si raggiunge il bivio collocato circa 100 m sotto la Forca di Terra Rossa, dove arriva il segnavia proveniente dal rif di Brazza (m. 1660). Oltrepassato il rifugio, si continua scendendo verso Casere parte di Mezzo (m.1552 – 1.30 h), dove sono state lasciate parte delle autovetture sabato.

Difficoltà EEA  tempo complessivo circa 5.30 dislivello in salita circa 750 m. in discesa circa 1000 m il tratto tra la Forcella Lavinal dell’Orso e Forca di Terra Rossa è di circa 4 km.

Ore 16.00: dopo una meritata sosta per il pranzo, e dopo aver raggruppato il gruppo a Sella Nevea

Ore 22.00: arrivo in sede

Note: Per le 3  giornate verrà stipulata l’apposita polizza assicurativa contro gli infortuni

Il trekking richiede buon allenamento, passo sicuro, ovviamente assenza di problemi di vertigini ed una certa familiarità nell’utilizzo dell’attrezzatura da ferrata

Il programma descritto è di massima, e potrà subire delle variazioni.

 

Sintesi della gita: sabato e domenica programma rispettato, lunedì dal rifugio discesa diretta a valle, causa maltempo

Pizzo d'Uccello (Alpi Apuane)

Escursione escursionistica per esperti al Pizzo d’Uccello (m. 1783) e lungo la valle dell’Orto di Donna

(Domenica 20 maggio 2007)

Ritrovo e partenza: con auto proprie alla sede del CAI alle ore 7.30; partenza a piedi dall’ex Rifugio Donegani alle ore 9.30

Dislivello: 1100  metri in salita e discesa

Difficoltà: EE – indispensabile passo sicuro e assenza di vertigini

Tempo di percorrenza: ore 6-6.30 (escluso soste)

Accompagnatori: Roberto Barbantini - Enrico Cecchi

Rientro: ore 17.00 all’ex Rifugio Donegani; ore 19.00 presso la sede della Sezione

Descrizione dell’itinerario

Salita: si parte dal piazzale antistante l’ex Rif. Donegani (1123 m). Un ripido sentiero sassoso segnato (n° 37) consente di tagliare un tornante della strada marmifera asfaltata. Giunti ad un piazzale di cava, si prende verso destra (cancello; segni rossi) proseguendo per la marmifera molto polverosa che sale con alcuni tornanti. Quasi al suo termine si imbocca sulla destra la vecchia mulattiera entrando nella faggeta. Altri tornanti nel bosco (ad una curva ci si imbatte in un grosso serbatoio metallico arrugginito), finché non si esce allo scoperto sui prati della Foce di Giovo (1502 m – 1 h). La sella, luogo che merita una sosta, mette in comunicazione la valle dell’Orto di Donna con la Valle di Vinca. Per il sent. n° 181 si va in breve al Giovetto (1499 m), aggirando sulla destra un gruppo di rocce. Da qui vale senz’altro la pena di percorrere la via normale del Pizzo d’Uccello, che si sale per roccette e canalini. Le difficoltà dei brevi passaggi rocciosi sono di I grado, con un passo di II- un po’ esposto; la roccia è buona.

 

Dalla cima (1783 m – 2.15 h) si ammira un panorama molto vasto sulla Lunigiana e l’Appennino; interessante la veduta sulle cime apuane circostanti (Pisanino, Zucchi di Cardeto, Cavallo, Contrario, Grondìlice, Sagro); impressionante il precipizio della parete Nord che sprofonda pochi metri sotto la vetta (fare attenzione a non avvicinarsi troppo al ciglio, in quando il pendio è ripido e detritico: rischio di scivolata e di far cadere inutilmente dei sassi, pericolosi per chi arrampica su questa celebre parete).

Discesa: si torna al Giovetto e quidi alla Foce di Giovo (3.15 h), da dove si prende il sentiero n°  179 che va verso la Cava 27 ed il nuovo Rif. Orto di Donna, proseguendo infine verso il bivacco K2 e la Foce di Cardeto, in un susseguirsi di saliscendi e di vedute sulla valle dell’Orto di Donna, del Pisanino e del Pizzo d’Uccello, ed avendo lato a monte prima la Cresta del Garnerone, e poi il Grondilice ed il Monte Contrario. Prima di arrivare alla Foce di Cardeto (m. 1680 4.45 h) si incontra anche la piacevole e famosa “buca della neve”.

Dalla Foce inizia la discesa verso valle accompagnati costantemente dal nuovo segnavia n.178, un po' dissestato ma spettacolare sotto le guglie del Pizzo d'Altare. Incrociamo sulla sinistra il sentiero C.A.I. n.180, altra valida alternativa per raggiungere in pari tempo il Donegani passando dalla conca dell'Orto di Donna. Numerosi tornanti si addentrano all’interno del bosco, fino a distendersi sul fondovalle, in località Serenaia a 1050 m. Qui la strada asfaltata ci porta diretta con una breve salita di circa 100 m di dislivello all’ex  Rifugio Donegani (6 h)

Resoconto della giornata

Giornata di bel tempo, con buona visibilità, che ha consentito di vedere dal Pizzo d’Uccello un ampio panorama (la catena appenninica dal Parmense fino al Bolognese, molte cime delle Apuane, tutto il golfo di La Spezia e la Versilia).

In salita per raggiungere la Foce di Giovo abbiamo percorso il sentiero 37 bis (nuova variante), che consente di evitare la cava collocata al di sopra del rifugio Donegani.

L’ascensione dal Giovetto alla vetta del Pizzo d’Uccello è divertente e complessivamente semplice: anche il passaggio di II grado che si incontra non oppone difficoltà degne di nota. E’ indubbiamente però importante essere dotati di passo sicuro e di non avere paura del vuoto; l’esposizione non è comunque mai significativa.

Dalla Foce di Giovo alla Foce di Cardato il persorso è in quota, ma tipicamente “apuano”, ovvero tratti con fondo irregolare e roccioso.

Il rifugio Orto di Donna era ancora chiuso (peccato, avevamo voglia di una bella birra), mentre la discesa dalla Foce di Cardeto non è banale (il solito percorso “apuano” con fondo irregolare e foglie sopra le rocce, che rendono il terreno spesso pericolosamente scivoloso).

I tempi sono stati rispettati, per cui alle 18.30 siamo arrivati a Ligonchio, per un ultimo brindisi in compagnia.

Ferrate delle Bocchette Alte e Centrali

Bocchette Alte, Bocchette Centrali e Giro del Brenta

(sabato 15, domenica 16 e lunedì 17 luglio 2006)

 

Programma di massima

 

sabato:

ore 6.00: partenza da Castelnovo né Monti, presso la sede della sezione

ore 11.00: arrivo a Madonna di Campiglio, presso la funivia del Monte Spinale. Mentre il gruppo inizia a prepararsi, porteremo una macchina nei pressi del Rifugio Vallesinella.

ore 12.00: con la funivia saliamo alla  stazione a monte (m.  2065) ci incamminiamo per il sentiero 331, in direzione del Rif. Graffer (m. 2261), continuando poi per il passo del Grostè (m. 2438).

Da questo punto avremo due alternative, che verranno valutate al momento:

  • percorrere il sentiero 316, che in discesa conduce al Rifugio Tuckett (m. 2272);
  • salire ancora un po’ (fino a quota 2552, lungo il sentiero Benini), e poi scendere verso il Rifugio Tuckett, lungo un sentiero non numerato ma segnato sulla carta.

Ore 16/17: arrivo al Rifugio Tuckett. Sistemazione, cena e pernottamento.

Tempi

Opzione 1: 3 ore difficoltà E  dislivello in salita 400 metri in discesa 200 metri

Opzione 2: 4 ore difficoltà EE dislivello in salita 500 metri in discesa 300 metri

 

Domenica

Ore 7.30: partenza dal rifugio, con due diversi itinerari, uno per gli alpinisti ed uno per gli escursionisti

Gruppo alpinistico: Ferrata delle Bocchette Alte fino al Rifugio Alimonta (ore 6 - dislivello in salita 800 metri in discesa 450 metri). Ferrata difficile, a tratti molto esposta, che raggiunge oltre 3000 metri di quota. Sono necessari, oltre alla normale attrezzatura da ferrata, anche piccozza e ramponi.

Gruppo Escursionistico

Dal Rif. Tuckett scendiamo al Rif. Casinei (m. 1825) lungo il sentiero 317, per poi imboccare (prima in discesa e poi in salita) il sentiero 391 (non è il classico sentiero che porta al Rif. Brentei). Arrivati a circa 2000 metri, invece di girare a sx per il rifugio, percorreremo il sentiero Martinazzi, costeggiando quindi per un po’ il Crozzon di Brenta. Ci addentreremo nel canalone che conduce alla Bocca dei Camosci (più o meno fino a quota 2300), e torneremo indietro, per puntare in direzione del Rif. Brentei (m. 2182). Da lì saliremo al Rif. Alimonta (m. 2580), e per chi vorrà, condizioni della vedretta (piccolo ghiacciaio) permettendo, raggiungeremo la Bocca d’Armi (c.ca m. 2700).

Tempo: circa 6 ore - dislivello in salita 1150 metri in discesa 850 metri (con Bocca d’Armi aggiungere, sia in salita che discesa, 150 metri). Difficoltà EE

Ore 16 circa: arrivo al Rifugio Alimonta, cena e pernottamento

 

Lunedì

Nella giornata di lunedì sarà possibile scegliere tra varie alternative che sono:

  • per il Gruppo Alpinistico percorrere le Bocchette Centrali, e poi scendere a valle dal Rifugio Pedrotti (m. 2491) o verso il Rif. Vallesinella (sent. 318 e 317) o verso Molveno (sent. 319).
  • per il Gruppo Escursionistico, o scendere a valle verso il Rif. Vallesinella (sent. 318 e 317) o verso Molveno (sent. 319), in ogni caso passando dal rif. Pedrotti.

In ogni caso un gruppo già predeterminato scenderà verso il Rifugio Vallesinella, per recuperare le macchine e recarsi a Molveno, dove si troveranno i partecipanti che sono scesi verso quella parte.

A) Bocchette Centrali: chi effettua questo percorso dovrà partire verso le ore 7. Dall’Alimonta si ritorna verso la Bocca d’Armi (c.ca 30 minuti), e si segue la ferrata, che con un percorso di circa tre ore conduce al rif. Pedrotti. Via ferrata difficile, a tratti molto esposta, richiede sicuramente assenza di vertigini e sicurezza di passo. Dislivello in salita 300 metri, in discesa 350 metri.

B) Percorso per il gruppo escursionistico verso Molveno: si parte alle ore 8, si scende al Rif. Brentei, e da lì risaliamo alla Bocca di Brenta (m. 2491 – 2 ore di percorrenza). Dopo essere passati per il Rifugio Pedrotti, scendiamo lungo il sentiero 319, passando per il rifugio Selvata (m.1630), e poi proseguendo in direzione Rifugio Croz dell’Altissimo (m. 1431). In falso piano, lungo il sentiero 340, raggiungiamo l’arrivo della funivia Pradel, per poi scendere a Molveno.

Tempo di percorrenza: 5 ore dislivello in salita 400 metri in discesa 1600 metri.

C) Rif. Alimonta – Rif. Pedrotti - Rif. Vallesinella.  Fino al rifugio Pedrotti il percorso è identico a quello del punto B (2 ore di percorrenza dislivello in discesa 400 metri, in salita 300 metri), per il Vallesinella il percorso è identico a quello di cui al punto D. Totale  tempo di percorrenza 5.30 ore. Dislivello in discesa 1500 metri in salita 300 metri.

D) Rif. Pedrotti – Rif. Vallesinella Tempo di percorrenza 3.30 ore. Dislivello in discesa 1100 metri.

ore 17: ritrovo dei gruppi presso la stazione a valle della funivia Pradel a Molveno, e partenza alla volta di Castelnovo né Monti, dove l’arrivo è previsto per le ore 22.

Note: Per le 3  giornate verrà stipulata l’apposita polizza assicurativa contro gli infortuni

Il trekking richiede:

  • un discreto allenamento per la parte escursionistica;
  • buon allenamento, passo sicuro, ovviamente assenza di problemi di vertigini ed una certa familiarità nell’utilizzo dell’attrezzatura e delle manovre da effettuare in ferrata per la parte alpinistica.

Il programma descritto è di massima, e potrà subire delle variazioni.

 

Sintesi della gita: effettuati sia il percorso alpinistico che quello escursionistico. A Molveno sono scese solo 2 persone, tutti gli altri sono rientrati dalla parte del rifugio Vallesinella

Gran Paradiso

Trekking ed ascesa del Gran Paradiso (m. 4061)

(Sabato 28÷ Martedì 31 agosto 2004)

Relazione del Trekking

Sabato 28 agosto

La giornata si è svolta secondo il programma stabilito: Roberto, Enrico, Stefano, Silvia e Nino si sono ritrovati alle 7 in Sezione, e alle 8 a Reggio si sono aggregati Paolo, Nicola, Andrea e Bruno. A Valnontey il gruppo si è completato con Fabrizio e Pio (partiti da Modena, hanno lasciato la macchina sotto Pont e poi in taxi hanno raggiunto Valnontey).

Alle 14 il gruppo è salito, sotto un bel sole ed un cielo terso, verso il Rifugio Sella. L’ascesa si è svolta sul un bel sentiero, a tratti abbastanza ripido. Senza problemi il gruppo e alla spicciolata è arrivato tra le 17 e le 17.30 al Rifugio, ubicato in una bella piana circondata da monti alti 3500 metri.

Domenica 29 agosto

Dopo la colazione, il gruppo alle 8.00, sotto un cielo sereno, è partito in direzione del Colle Lauson. Il sentiero è molto frequentato, non presenta problemi di orientamento, e la pendenza non risulta mai eccessiva. Dalla cima del colle, dopo una meritata sosta, verso le 11.30  è iniziata la discesa, su terreno un po’ più impervio e friabile. Questa risulta essere abbastanza lunga, e solo verso le 13.30 il gruppo ha incontrato il bivio di Levionaz, da dove riparte la salita verso il Col Money. La parte iniziale non presenta problemi, mentre più in alto, in prossimità del Ghiacciaio del Gran Neyron, diventa decisamente più impegnativa. L’ultimo tratto, che conduce ai piedi della ferrata, sotto un cielo via via più coperto dalle nuvole, si svolge su morena glaciale, molto ripida, instabile è faticosa, sicuramente consigliabile solo ad escursionisti molto esperti. La ferrata è più semplice del tratto precedente, e porta in una mezz’oretta al Colle, raggiunto dal gruppo alle 14.30 senza eccessive difficoltà (ma con il fiato un po’ corto!). Iniziata velocemente la discesa su terreno ripido, impervio e sotto qualche goccia, il gruppo tra le 16.30 e le 17.30 è arrivato al Rif. Chabod (gli ultimi hanno dovuto indossare le giacche a vento per ripararsi da una pioggia abbastanza fitta).

Al rifugio il gruppo ha deciso di rinunciare, per il giorno dopo, di scendere dal Gran Paradiso verso il Rifugio Vittorio Emanuele, per cui ha prenotato il pernottamento del lunedì sempre allo Chabod.

Verso sera al Rifugio sono arrivati Enzo e Ortensia (anche loro abbastanza inzuppati di acqua).

Lunedì 30 agosto

Il gruppo si è svegliato alle 4.00, per partire verso il Gran Paradiso alle 5.30, sotto un bel cielo stellato e la luna piena. All’ascensione non hanno partecipato Bruno (cosa convenuta fin dall’inizio del giro, per problemi di rientro a Reggio) ed Enrico (problemi ad un ginocchio). L’ascenzione si è svolta senza difficoltà e sotto un bel sole, attraversando all’inizio una zona molto crepacciata (la salita è avvenuta a fine stagione). In cima, il consueto affollamento e qualche tedesco che, in modo poco educato, si è fatto largo spingendo per arrivare alla Madonnina. Tra le 12 e le 13.30 tutto il gruppo è rientrato al Rifugio.

Nel pomeriggio il Gruppo ha giustamente festeggiato l’ascesa e salutato Fabrizio, Pio ed Andrea, che sono scesi a valle e rientrati a casa.

Martedì 31 agosto

Sveglia alle 7 e partenza alle 8. La discesa non ha presentato particolari problemi e nell’ultimo tratto si è svolta in un bel bosco di conifere. Verso le 10.30 tutto il gruppo si è ritrovato all’inizio del sentiero che conduce al Rif. Chabod, poco sotto la località di Pont.

A quel punto, mentre Paolo, Stefano, Nino ed Enrico si sono messi in paziente attesa, Enzo ed Ortensia, che avevano parcheggiato lì la macchina domenica pomeriggio, hanno caricato Silvia, Roberto e Nicola, e li hanno accompagnati a Cogne, dove sabato erano state lasciate le macchine. Roberto, recuperata la jeep, è tornato in Valsavaranche a prendere gli ultimi 4. Verso le 14 tutti quanti (ad eccezione di Enzo ed Ortensia, che per problemi personali hanno accelerato il rientro e si sono diretti a Genova) si sono ritrovati ad Aosta, dove hanno festeggiato in un bel ristorante (segnalato ad un amico di Nicola), tra tipiche specialità valdostane. Tra le 20.30 (i “reggiani”) e le 22 (Roberto, in quel di Ligonchio) tutti i partecipanti sono arrivati a casa.

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